Introduzione
La storia del Salento è riflessa da ciò che resta del suo articolato sistema difensivo. Secoli di guerre, lotte intestine, invasioni e dominazioni straniere sono oggi testimoniate da torri costiere, castelli, masserie ed edifici fortificati di ogni tipo.
In particolare, torri costiere con funzioni di avvistamento e di difesa furono costruite fin dall’antichità contro la pirateria. Fu per volontà di privati che, per lungo tempo, molte torri vennero realizzate a difesa di porti e città. Tuttavia, l’efficacia di una torre di avvistamento rimaneva quasi nulla se non considerata in rapporto all’intero sistema nella quale era inglobata.
Dominazione Normanna e Angioina
Nel XIII secolo furono i Normanni ma, in particolar modo, gli Angioini, ad accarezzare l’idea di un sistema difensivo unitario, costruendo molte torri comunicanti a vista. Tuttavia a causa dei continui cambiamenti politici, tale sistema fu realizzato solo in minima parte e finì per passare sotto il controllo dei feudatari e delle famiglie che intendevano proteggere i propri territori. Bisognerà aspettare la dominazione spagnola per un nuovo tentativo.
La Minaccia Turca
Successivamente, nel 1453, Costantinopoli fu conquistata dai Turchi Ottomani, l’Impero Romano d’Oriente cessò di esistere ed iniziò un lungo periodo di paura e pericolo per le popolazioni salentine. Nel 1480, i turchi assediarono e conquistarono Otranto, compiendo gesti di grande crudeltà. Di fatti, alla battaglia fece seguito l‘eccidio degli 800 martiri. Questo, insieme ad innumerevoli episodi di distruzione come quello che coinvolse Castro solo pochi decenni dopo, suscitarono una forte risposta da parte del governo aragonese, che si trovò costretto a prendere diversi provvedimenti. Anche dopo la liberazione di Otranto, continuarono a verificarsi numerose incursioni da parte di cruenti pirati saraceni che, sbarcati lungo le coste, razziavano ogni bene, sia alimentare che di bestiame ma anche uomini e donne da impiegare come schiavi.
Le ordinanze di Pedro de Toledo
Per garantire una maggiore vigilanza a tutela delle merci e delle persone, fu concepito quindi, dai Viceré spagnoli, un organico progetto volto a potenziare le difese del territorio. L’obbiettivo era quello di riqualificare le torri costiere già esistenti e di costruirne molte altre affinchè si creasse un filone ininterrotto di vedette costiere, oltre ad un ammodernamento e potenziamento delle difese nell’entroterra.
Nel 1533, il Viceré di Napoli, don Pedro Alvarez de Toledo, emanò una grida (ordinanza) imponendo che i privati proprietari di antiche torri marittime le ristrutturassero rendendole agibili e che fossero edificate nuove torri da coloro che possedevano terreni sulla costa. Le ordinanze erano però rivolte alle singole universitates (unità territoriali), imponendo loro di proteggersi da eventuali attacchi a proprie spese. La ripresa del conflitto franco-spagnolo rallentò la realizzazione del progetto che gravava interamente sulle spalle dei singoli comuni, impoveriti dalle guerre e impossibilitati a sostenere spese. L’ordine restò quasi inascoltato per via della cronica mancanza di risorse che caratterizzava il territorio in quel periodo.
Le ordinanze di Perafan de Ribera
Nel frattempo, le incursioni e le razzie da parte di turchi, corsari barbareschi e predoni di ogni tipo, continuavano a tormentare con rinnovata ferocia ogni luogo della costa, spesso addentrandosi e recando distruzione anche nelle zone interne. Non di meno gli attacchi alle navi, cariche di merce, che transitavano nell’Adriatico e nello Jonio. Le popolazioni vivevano nel costante terrore. Celebre ancora oggi il detto “Mamma li Turchi” che si era impresso nell’animo della gente. La Terra d’Otranto fu la più esposta all’espansione ottomana e fu la vera e propria “frontiera marittima” dell’intero Occidente cristiano.
Nel 1563, il Regno di Napoli prese in pugno la situazione. Nuovi ordini di costruzione di torri costiere furono emanati dal Viceré don Perafan de Ribera, duca d’Alcalà, con precise istruzioni ai governatori provinciali. Nelle disposizioni fu previsto che: la costruzione delle torri fosse decisa dalla Regia Corte; che le fortificazioni esistenti ritenute di pubblica utilità fossero espropriate dietro indennizzo; che Regi Ingegneri avrebbero individuato le località adatte alla costruzione di una catena ininterrotta di torri per tutto il Regno e che, finalmente, le spese della costruzione sarebbero state rimborsate alle università.
La Realizzazione del Progetto
I governatori delle provincie si mossero immediatamente con gli ordini di progettazione e di costruzione di numerose nuove torri. Poche vennero effettivamente realizzate nell’immediato a causa di diverse problematiche. Spesso le univeristà non furono capaci di gestire tecnicamente ed economicamente tali progetti. Nonostante ciò, è questo il periodo più prolifico per la costruzione delle torri costiere che per almeno due secoli furono vere protagoniste al centro della storia del Salento.
Tuttavia la loro efficienza di sistema difensivo fu discutibile. Come detto, una volta avviati, i lavori per la costruzione di alcune torri si protrassero a lungo, accumulando ritardi per molteplici motivi (litigi interni alle maestranze, diffidenza della Regia Camera, contrasti con le università, ecc). Inoltre, accadde anche che per alcune torri furono utilizzati materiali inadeguati per la costruzione e questo determinò anche la ricostruzione delle stesse. Per limitare questo tipo di problematiche fu incaricato un funzionario, Alfonso Salazar, che viaggiò in lungo e in largo per controllare l’intera opera.
L’abbandono
A distanza di due secoli lo scenario geo-politico d’Europa era molto cambiato. Le torri costiere, in quanto presidi per la difesa del Regno iniziarono a cadere in disuso in seguito al trattato di pace stipulato a Tripoli nel 1784 tra il Re di Napoli Ferdinando IV e il Pasha Bey, Reggente di Tripoli. Le torri subirono ciscuna diverse sorti. Proveremo a raccontare la storia di ognuna di esse in questo sito.
Bibliografia:
De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.
Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.
Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.
Corchia, A. (1964). La Zagaglia
Tricarico, G. (2020). Le fortificazioni litoranee di Terra d’Otranto: una panoramica sulle torri costiere della provincia di Lecce.
Wikipedia (2020). Torri Costiere del Regno di Napoli. Sito web.
Immagini:
- Quadro raffigurante la decapitazione dei Martiri di Otranto nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello, Napoli.
- Maometto II, ritratto da Gentile Bellini.
- Don Pedro Álvarez de Toledo, ritratto da Tiziano.
- Perafán de Ribera, tratto da una raccolta di incisioni calcografiche anonime.