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Torre Chianca (Lecce)

Nel di Comune di Lecce, nell’omonima località, sorge Torre Chianca a 20 metri dal mare e a un’altitudine di due metri. Il rudere è oggi in stato di abbandono.

Vito Pezzuto (2020).

Torre Chianca, da non confondere con l’omonima torre nel comune di Porto Cesareo, comunicava visivamente a sud con Torre Veneri e a nord con Torre Rinalda. Chianca, nel dialetto salentino, significa “lastra di pietra”. È la prima torre a base circolare grande della provincia di Lecce muovendosi da nord a sud. Il rudere domina questo tratto di litorale roccioso basso e ha dato il nome alla rinomata marina di Lecce.

La Storia

La costruzione della torre fu merito del maestro Nicola Saetta di Lecce, come testimoniato da un documento del 2 ottobre 1567, che riporta dei 200 ducati che lo stesso ricevette dalla Regia Camera per l’edificazione di questa e di altre due torri, tra cui la vicina Torre Rinalda. Viene citata in tutta la cartografia a partire dal XVI secolo, con il nome di “Torre di porto della Chianca” e nel 1569 era già presente negli Elenchi dei Viceré. Venne censita in buono stato nel 1825 ma fu abbandonata da lì a poco.

Vito Pezzuto (2020)

La Struttura

Il grande rudere a base circolare si trova in cattive condizioni di conservazione. Resta l’intero basamento, con diametro di circa 12 metri, insieme ad un massiccio frammento verticale del paramento del piano agibile, quest’ultimo quasi interamente crollato. Ancora evidente il segno di quella che un tempo era la porta levatoia d’accesso al piano agibile, in lato monte. Presenta similitudini architettoniche con Torre Porto di Ripa e Torre Nasparo.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/h7s1ugT4DrM9Adhy5

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Torre Roca Vecchia

Nel Comune di Melendugno, nell’omonima località, si erge Torre Roca Vecchia a pochi metri dal mare e a un’altitudine di 6 metri. Il rudere è stato recuperato.

Foto di Alfonso Zuccalà.

Torre Roca Vecchia si erge su un piccolo isolotto, nei pressi di Roca, rinomata località per gli importanti scavi archeologici e per la presenza della famosa Grotta della Poesia, meta turistica soprattutto d’estate. Immersa nella bellezza di questo tratto di costa caratterizzato da un mare cristallino, la torre comunicava a sud con Torre dell’Orso e a nord con Torre San Foca, entrambe molto simili per caratteristiche. In passato era conosciuta anche come “Torre di Maradico”, termine corrispondente alla dizione dialettale di “malarico”, che sta ad indicare la natura umida e paludosa della zona circostante. 

La Storia

Si racconta che nel XIV secolo, il conte Gualtiero di Brienne decise di edificare in questo luogo una cittadella fortificata, attratto della sua posizione strategica, e la chiamò Roche, da cui Roca. Gli abitanti di Roca (Vecchia) dopo l’assedio di Otranto del 1480, fuggirono da questo luogo e fondarono il piccolo villaggio di Roca Nuova. Numerose abitazioni furono abbandonate alla ricerca di rifugi più sicuri anche nell’entroterra. Quando la torre fu edificata nel 1568, la città medievale era già da tempo abbandonata e in rovina.

Fu costruita dal maestro Giovanni Tommaso Garrapa al quale fu ordinato che i lavori terminassero entro sei mesi a partire dal 15 aprile 1568 e che si attenesse, come da prassi, al progetto del Regio ingegnere Giovanni Tommaso Scala. Di fatto, la costruzione della torre dopo varie vicende fu ultimata solo molto tempo dopo dal fratello, Giovanni Angelo e fu saldata dalla Regia Corte il 2 giugno 1583. Nel 1576 Antonio Tamiano, procuratore dell’Università di Roca, la munì di un moschetto da una libbra, ricevuto dal sindaco di Lecce.

Nel 1639, il torriero Agostino Lopes a causa dell’età avanzata, rinunciò alla sua carica in favore di Carlo Viglialovos figlio di Giovanni, un milite del Castello di Lecce: “Lo spagnolo Agostino Lopes, caporale della torre di Roca vecchia, non potendo più attendere al servizio della torre, per la sua età di circa 80 anni, il 1° maggio 1639 rinuncia alla sua carica in favore di Carlo Viglialovos, figlio del fu Giovanni già milite del R. Castello di Lecce. Carlo è abile al servizio, essendo stato per molti mesi istruito da Agostino.” (Cosi, 1989).

La torre è indicata in tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente coi nomi di “Torre di punta Rocca Vecchia” o “Torre de Voga” ed è presente negli Elenchi del Vicerè del 1569. Essa rimase attiva per circa due secoli. All’inizio del XIX secolo fu censita in cattivo stato e nel 1842 risultava abbandonata perché diroccata. Il rudere è stato recentemente oggetto di importanti interventi di consolidamento.

Da Fotografando Lecce e il Salento, Facebook

La Struttura

Torre Roca Vecchia è un bellissimo esempio di torre tipica del Regno nonostante il suo stato attuale di rudere. Molto simile per caratteristiche alle vicine Torre dell’Orso e Torre San Foca anche dal punto di vista dei materiali adottati, la sua struttura troncopiramidale a pianta quadrata, ospita al piano terra una grande cisterna un tempo utilizzata per la raccolta dell’acqua. Il primo piano è costituito dal vano abitabile e vi era anche un camino. L’ingresso era raggiungibile con scale a pioli mobili.

Sono crollati, del piano agibile lato monte nord, parte del tetto e due pareti adiacenti. Rimangono tuttora tracce del coronamento di caditoie a filo dei paramenti e una finestra originale. In lato mare, sono distinguibili i barbacani in controscarpa. Il materiale calcareo che la costituisce è pesantemente deteriorato ma il recente intervento di restauro ha fortunatamente messo in sicurezza la struttura.

Luca Candito.
Piero Maraca.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/FkuU4QPqVdvwe5Fw7

Bibliografia:

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.

Visit Melendugno (2020). Area archeologica di Roca Vecchia. Link: https://www.visitmelendugno.com/dettaglio/punti-interesse/storia-e-cultura/area-archeologica-di-roca-vecchia/

Wikipedia (2020). Roca Vecchia. Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Roca_Vecchia

Torre dell’Orso

Nel Comune di Melendugno, nell’omonima località, si erge Torre dell’Orso a circa 20 metri dal mare e a un’altitudine di 16 metri. Il rudere è stato recuperato ed è in attesa di ulteriore restauro.

Dal sito Villaggi Hotel Puglia.

Torre dell’Orso fu edificata a picco sul mare, su di un alto sperone roccioso che poi si arresta bruscamente per lasciare posto alla meravigliosa baia sabbiosa che caratterizza l’omonima località balneare. In un luogo difficilmente controllabile da altre posizioni, la torre comunicava visivamente a sud con Torre Sant’Andrea, oggi scomparsa, e a nord con la gemella Torre Roca Vecchia. Al di sotto della torre, nella tenera pietra del costone roccioso, si aprono diverse cavità, che costituiscono un sito rupestre frequentato fin dall’antichità.

Non vi sono certezze riguardo l’origine del nome. Esistono però diverse ipotesi: forse Orso sarebbe da ricondurre a Urso, cognome del probabile proprietario dell’agro nell’antichità. Stando ad un’altra interpretazione, avendo le torri costiere nomi di santi, il suo nome doveva essere Torre di Sant’Orsola, da cui Torre dell’Orso. Altra ipotesi del toponimo è data dal fatto che sotto la torre vi sia una roccia che rappresenta il profilo di un orso. Guardando la spiaggia, con la torre alla propria sinistra, si nota una formazione rocciosa raffigurante il profilo di un orso. L’erosione ha, nel corso dei decenni, modificato tale sembianza ma è tuttora visibile.

La Storia

Nella cartografia antica la torre è indicata a partire dal XVI secolo, inizialmente come “Torre del Porto dell’Orso”, successivamente come “Torre dell’Urso”, poi “Torre del Capo Dorso”, infine “Torre dell’Orso”. Risultava esistente negli Elenchi del Viceré del 1569.

La costruzione fu affidata al maestro leccese Giovanni Tommaso Garrapa. A testimonianza di questo vi è un documento del 27 settembre 1567, in cui si registra che egli ricevette cento ducati per la costruzione della torre. L’opera subì un brusco arresto a causa della sua improvvisa morte. I lavori furono portati a termine successivamente da Angelo Garrapa, fratello di Tommaso. Esiste un documento che dimostra come il povero Angelo stesse ancora cercando di riscuotere il saldo dei lavori conclusi il 12 dicembre 1580. Egli riuscì a recuperare dalla Regia Camera il credito solo nel 1583. Il procuratore dell’Universitas di Borgagne, Bartolomeo Petruzzo, ricevette il compito di armare la torre. Risultava abbandonata nel XIX Secolo perché in cattive condizioni. 

Nell’ottobre 2020, la Regione Puglia riconobbe un contributo per la manutenzione straordinaria, il restauro e la messa in sicurezza della torre e anche il sindaco annunciò che il comune avrebbe contribuito. 

Fotografie tratte dalla pagina Facebook, Fotografando Lecce e il Salento.

La Struttura

Torre dell’Orso rientra nella categoria di torri tipiche del Regno. L’importante rudere della torre, danneggiato dall’erosione degli agenti atmosferici, ha subito un vistoso crollo in spigolo monte-sud che ci permette di osservare la volta interna del piano agibile. Esistono ancora tracce delle caditoie, queste erano originariamente tre per ogni lato, ricavate in spessore di muro e si distinguevano bene nel corpo quadrangolare scarpato della torre. Fu costruita in conci regolari di tufo tenero. Su un lato della muratura si nota ancora una feritoia. Foto d’epoca ci dimostrano come alcuni vistosi crolli siano avvenuti nel corso del Novecento.

Foto di Luca Candito (2018)
Dal sito Agriturismo Antares.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/bMciVnbbvgZwSJrDA

Bibliografia:

Corriere Salentino (2020). Trovate le risorse per il restauro della Torre costiera di Torre dell’Orso. Link: https://www.corrieresalentino.it/2020/10/trovate-le-risorse-per-il-restauro-della-torre-costiera-di-torre-dellorso/

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.

Visit Melendugno (2020). La torre di Torre Dell’Orso. Link: https://www.visitmelendugno.com/dettaglio/punti-interesse/storia-e-cultura/la-torre-di-torre-dellorso/

Wikipedia (2020). Torre dell’Orso. Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_dell%27Orso

Torre Porto Badisco

Questa torre non è più esistente.

La sua esistenza è confermata negli Elenchi del Vicerè nel 1569. La torre è presente in alcuni documenti e in tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente con i nomi di “Torre di Porto di Vasco”, “Torre di Porta di Badiscio”, “Torre di Vadisco”, infine “Torre di Badisco”. Essa comunicava con la vicina Torre Sant’Emiliano a nord e con Torre Minervino a sud. É plausibile che essa fosse a base circolare come le sue vicine. Sorgeva a difesa dell’omonimo porto sulla sponda meridionale. La Platea di San Nicola di Casole del 1665 è un importante documento che ci descrive la sua posizione.

Fu bombardata dalle forze navali inglesi all’inizio del XIX secolo durante epoca del Blocco Continentale napoleonico. Venne segnalata in cattivo stato nel 1825. Nel 1842 fu dichiarata “abbandonata perché distrutta dagli inglesi” (De Salve). Di questa torre non esistono più tracce.

Dove (probabilmente) si trovava: https://goo.gl/maps/22cAwmyg6rTew3S86

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.