Nel Comune di Nardò, nell’omonima località, si erge Torre Sant’Isidoro a meno di 50 metri dal mare e a un’altitudine di 3 metri. Oggi è in concessione a privati.

Comunicava visivamente a sud con Torre Inserraglio e a nord con Torre Squillace.
La Storia
Di Torre Sant’Isidoro sappiamo con certezza che nel 1622 fu necessario ricostruirla dalle fondamenta. I lavori della ricostruzione furono aggiudicati al neretino Giovanni Vincenzo Spalletta, questo ne affidò l’esecuzione ai concittadini: Ortensio Pugliese, Giovanni Francesco Mergula e Francesco Antonio Pugliese, che portarono a compimento i lavori nel 1624. Compare in tutta la cartografia antica. Fu censita in cattivo stato nel 1825 da Primaldo Coco e fu abbandonata intorno al 1842.
Un tempo la torre dominava questo bellissimo tratto di costa bassa indisturbata ma è stata raggiunta da un’espansione edilizia in tempi governati da assoluta “leggerezza” e insensibilità tanto da essere tollerate costruzioni addossate alla torre stessa. Oggi la torre è in concessione a privati.
Sul sito della Fondazione Terra d’Otranto sono riportati ben tre documenti, rarissime testimonianze dell’epoca, che arricchiscono la storia di questa torre. Per causa di copyright consultare: https://www.fondazioneterradotranto.it/2011/08/27/note-storiche-sulla-torre-squillace-detta-scianuri-sul-litorale-di-nardo-lecce/
Sappiamo che la torre attuale è la ricostruzione dalle fondamenta, iniziata intorno al 1622, della vecchia che era entrata in funzione nel 1569; la notizia dell’esistenza di una torre già nel 1443 e la testimonianza del Galateo che ho riportato alla fine (potrebbe per motivi cronologici riferirsi tanto alla torre originaria quanto alla sua prima ricostruzione) fanno pensare che quella attuale costituisca in realtà almeno una seconda ricostruzione. Da notare che il documento riportato è lo stesso in cui si parla in modo che non lascia assolutamente adito a dubbi, circa una possibile confusione con questa torre, di un’altra torre, da identificare probabilmente con Torre Uluzzo.
La Struttura
Compresa nella serie di Nardò a base quadrata, presenta piano terra quadrangolare senza aperture, di 12 metri per lato, definito da una marcata scarpatura (forse lascia pensare ad un intervento successivo di potenziamento). Il piano agibile, oltre il primo toro marcapiano, presenta finestre su tre lati e porta d’accesso levatoia in lato monte. Ma come scrive il Faglia, esistono segni di una porta levatoia sul lato sud anzichè sul lato monte dove ora esiste la scalinata. Si sviluppa inoltre un secondo piano, definito da un altro toro, che continua verticalmente fino al parapetto di coronamento. Questo, aggettante e sostenuto da beccatelli, è fornito di troniere e una piombatoia su ogni lato, in corrispondenza delle aperture. La garitta, sul terrazzo di copertura, è a filo del parapetto. L’accesso al piano agibile è servito da una scala rampante, probabilmente di epoca successiva.
Al suo interno è presente, al primo piano, un grande locale con camera e piccolo gabinetto in spessore di muro, camino e botola per raggiungere la cisterna sottostante, in un ampio locale voltato a botte. Sul terrazzo si accede alla guardiola attraverso una stretta scala di legno.

Immagini tratte dal libro di Vittorio Faglia (vedesi bibliografia).
Dove si trova: https://goo.gl/maps/CpHHTthDtyjjWDGR7
Bibliografia:
Fondazione Terra d’Otranto (2012). Torre Sant’Isidoro e torre Uluzzo sulla costa di Nardò. Sito Web.
De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.
Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.