Nel Comune di Gallipoli, nella località di Punta Pizzo, si erge Torre del Pizzo a circa 50 metri dal mare e 8 metri di altitudine. Oggi è in concessione a privati.

Torre del Pizzo (o anche Torre Pizzo) comunicava visivamente a sud con Torre Suda e a nord con Torre San Giovanni la Pedata. Nelle antiche mappe è detta anche “del Cotriero o Catriero”. Secondo alcuni il termine deriverebbe dal greco “acroterion = estremità”. Incastonata in un paesaggio quasi ermetico, immersa nei cespugli della macchia mediterranea, domina una vasta area e custodisce una zona di mare ancora incontaminata e straordinariamente affascinante, la torre è parte del Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo. Immersa nei cespugli della macchia mediterranea.
La Storia
Per la forma cilindrica, secondo quanto afferma la studiosa M. Letizia Troccoli Verardi, potrebbe risalire al tempo del Vicerè D. Pedro di Toledo, cioè nella prima metà del ‘500. É documentato che funzionava perfettamente nel 1569, sotto la denominazione “Punta di Gallipoli” .
Come spiega il Leopizzi, nel 1579 la torre fu oggetto di una disputa legale tra le Università di Taviano e di Gallipoli. Sebbene essa sorgesse in territorio di Gallipoli, tuttavia era molto vicina all’abitato di Taviano; sicchè Gallipoli, già oberata da tante responsabilità militari, insisteva presso la Corte di Lecce perchè la cura della torre, e soprattutto la paga al caporale ed ai compagni torrieri, fosse assolta dai cittadini di Taviano. In seguito a pressanti inviti da parte dei Gallipolini, le autorità centrali, già nello stesso anno 1579, avevano obbligato la città di Taviano alla corresponsione di ducati 69 per spese militari.
Immediatamente gli amministratori di Taviano, convinti di essere gravati di pesi non loro, incaricarono il Procuratore dell’Università, Vittorio Baldassarre, di spedire una garbata ma chiara protesta alla Regia Camera della Summaria, la quale liberò la detta Università del pesante fardello. A questo punto Gallipoli, con tutta l’influenza della sua autorità civile e militare, appellò la sentenza e cercò di ottenere l’annullamento del provvedimento, ma non ci riuscì; infatti risulta che nell’anno 1586 il Preside della città di Gallipoli, Gio Cola Verdesca, aveva erogato ducati 12 ad Andrea Pende, Caporale della Torre del Pizzo, e ducati 7 ad Angelo Nigro, compagno torriero, per il servizio di vigilanza prestato per tre mesi dal primo giugno a tutto agosto di quell’anno.
Forse alla suaccennata disputa fa riferimento un altro foglio del documento gallipolino (foglio 18); la città di Gallipoli in data 6 novembre 1590 chiedeva nuovamente di essere esonerata dalla paga ai cavallari, ordinari di notte e straordinari di giorno, “in quanto ne poteva fare di manco, poichè essa città è sita sopra di uno scoglio alto in mezzo del mare che facilmente il dì scopre per molte miglia a torno e, senza tenere con tanta spesa detti cavallari estraordinari, si può da se guardare come sempre ha fatto”.
La Commissione Regia del 1815, insieme a poche altre torri della costa ionica, la giudica idonea ad essere armata con pezzi di artiglieria pesanti e nuovi.
Dal 1633 al 1639 la torre fu custodita dal caporale di origine spagnola Giovanni Peres che, ha seguito del naufragio nelle acque di Gallipoli di un vascello, sì impossessò di un pezzo di artiglieria trovato e lo usò ad armamento della torre (Caterina Ferrara). Risultava ancora in uso alla Guardia doganale nel 1842.
Oggi in concessione a privati, nel 2012 è stata location del video musicale di “Non Vivo Più Senza Te” di Biagio Antonacci.


La Struttura
Torre a base circolare, è costituita da uno zoccolo scarpato del diametro di 12 metri, definito da cordolo marcapiano a 4,50 metri di altezza, su questo si erge il corpo cilindrico del piano agibile fino al parapetto del terrazzo di copertura. Priva di piombatoie, ha porta di accesso al piano agibile il lato monte, originariamente levatoia, oggi servita da scala in muratura addossata ai paramenti. Ben tenuta, ma intonacata e dipinta di bianco, nasconde i vari interventi di restauro subiti, anche recenti, che hanno cancellato qualche traccia delle origini e aggiunto qualche nuova apertura. Il suo interno è stato ristrutturato e adibito ad abitazione.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/c3kaXBYFpeGeyd5w9
Bibliografia:
De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.
Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni
Leopizzi, T. (1984). Le torri costiere intorno a Gallipoli. Sito Web.