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Torre San Giovanni Marittimo

Nel Comune di Ugento, nell’omonima località, si erge Torre San Giovanni Marittimo a circa 70 metri dal mare e a un’altitudine di 2 metri. Fu trasformata in faro.

Foto dal sito Internet:RoundItaly Cruise

La Torre San Giovanni Marittimo, da cui deriva il nome della località stessa, si trova poco distante dalla litoranea, su di una collinetta che sporge sul mare e che divide in due parti la costa. Torre San Giovanni (detta oggi “Marittimo” per distinguerla da S. Giovanni La Pedata), comunicava visivamente a nord con Torre Sinfonò e a sud con Torre Mozza. Il suo aspetto caratteristico, con la piastrellatura bianca e nera a scacchiera, ed il faro in cima, rende quasi irriconoscibile la struttura originaria.

La Storia

Le prime notizie, sostenute da documenti ufficiali, risalgono al 1580. In questi, si registra di 433 ducati che tal Luzio de Urso di Napoli (con procura dell’Università di Ugento) riscuote, dalla Regia Corte, in conto per le spese sostenute dalla stessa Università per la costruzione della Torre. Possiamo quindi affermare che la torre, indicata in tutta la cartografia antica e molti altri documenti, come pure negli elenchi dei Viceré, dov’è segnalata agibile nel 1569, è stata edificata nel XVI secolo. Censita in buono stato nel 1825 da Primaldo Coco, nel 1842 era ancora in uso dalla guardia doganale.

Nel corso dei secoli, la sua funzione è mutata. Da torre costiera è stata trasformata in faro nel XX secolo, per il sollievo dei naviganti che da sempre incappano nelle pericolosissime secche, situate proprio in prossimità del segnale luminoso. Il faro è stato utilizzato fino a tempi recentissimi come sede della Guardia Costiera.

Nel 21 luglio 2020 L’Agenzia del Demanio comunica che, attraverso lo strumento del federalismo demaniale culturale, ha trasferito il Faro di Torre San Giovanni al Comune di Ugento (LE). Il bene, attraverso un progetto di valorizzazione, diventerà un Ecomuseo del Porto nella Terra tra i due Mari: un vero e proprio cultural hub per turisti e residenti, con spazi espositivi per lo sviluppo di  attività culturali e un punto informativo. 

La Struttura

La torre atipica ha base ottagonale con sette metri per ogni lato ed è lievemente strombata fino al cordolo. Sulla sommità termina con dei beccatelli ed un coronamento leggermente sporgente, con la presenza di una caditoia centrale per lato.

All’ingresso del piano agibile, in lato monte, oggi si accede tramite una scala, probabilmente addossata alla struttura al momento della trasformazione in faro. Su quello che era l’originario terrazzo di copertura, la torretta del faro si accompagna all’esuberante calca degli edifici di servizio. Alla base, altri corpi di varia destinazione la serrano, addossati su quasi tutto il perimetro.

Questa torre più di altre, come scrive il De Salve, è da segnalare come un cattivo esempio dell’interesse dell’attenzione di Enti ed Istituzioni verso le testimonianze storiche del territorio.

Col tempo è stata notevolmente trasformata da grosse sovrastrutture e altre costruzioni laterali aggiunte, così come ne è stato stravolto anche l’interno originario. Vi si accede per mezzo di una scala in pietra realizzata in tempi più recenti, così come la torretta del faro stesso, attualmente in funzione. un faro che aiutava le imbarcazioni di passaggio ad evitare le secche di acqua bassissima in cui rischiavano pericolosamente di incagliarsi.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/wUNYmdK8nnLXVp5p9

Bibliografia:

Agenzia del Demanio (2020). Puglia: trasferito il Faro di Torre San Giovanni al Comune di Ugento (LE). Sito Web.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

NelSalento.com (2015). Torre San Giovanni Marina di Ugento. Link: https://www.nelsalento.com/guide/torre-san-giovanni-marina-di-ugento.html

Tricarico, G. (2020). Le fortificazioni litoranee di Terra d’Otranto: una panoramica
sulle torri costiere della provincia di Lecce.
Sito Web.

Torre San Giovanni La Pedata

Nel Comune di Gallipoli, in località Lido San Giovanni, si erge l’omonima torre a pochi metri dal mare, ad un’altitudine di 4 metri. Oggi è utilizzata come stazione di biologia marina.

Torre S. Giovanni della Pedata comunicava visivamente a nord con le fortificaizoni di Gallipoli e a sud con Torre Pizzo. A circa tre chilometri a sud di Gallipoli, si erge a pochi metri dal mare nei pressi dell’omonimo lido. Il nome San Giovanni fu certamente preso da un’antica cappellina o edicola devozionale, ma non si è stati capaci di dare una plausibile spiegazione al curioso termine “Pedata”.

La Storia

Secondo quanto afferma Onofrio Pasanisi, l’edificazione di questa torre fu decisa nel 1582, ma effettuata solo dopo il 1608 per mancanza di fondi. Dopo una serie di bandi e rinnovi di gara della Regia Camera per la costruzione di più torri, offerte e ribassi dei vari interessati, la costruzione di questa fu assegnata, con atto del 9 agosto 1582, al leccese Marco Schero che, probabilmente, non ottenendo gli anticipi di denaro pattuiti nei tempi stabiliti, la completò solo dopo il 1608. Comunque, immaginata agibile nel 1569, negli elenchi dei Vicerè, è anche mezionata in vari documenti e nella cartografia antica.

Il Mazzella, quando elenca le torri marittime di Terra d’Otranto, non fa menzione della Torre S. Giovanni della Pedata; mentre l’atlante manoscritto a colori di Mario Cartaro del 1613 e quello di Bari riportano anche la torre costiera in questione; non viene menzionata invece dall’Atlante dei Magini. Il noto documento Gallipolino descrive la sua ubicazione:
“Per parte poi della marine di scirocco (Gallipoli) tiene un’altra torre chiamata S. Giovanni della Pedata distante due miglia dalla città”; il medesimo rapporto militare ci informa ancora che il tratto di spiaggia tra la suddetta torre e la città veniva continuamente perlustrato da “Cavallari ordinari e straordinari soliti” pagati dall’Università di Gallipoli.
Giuseppe Sala, Capitano, Sopraguardia e Proprietario del Comarca di Cesaria e Marina di Gallipoli fino alla Torre di Novaglie, ci assicura che il Caporale Basso Giovanni e il compagno torriero Giuseppe Pellegrino hanno custodito detta torre per tutto l’anno 1730. Risultava in cattivo stato nel 1825 (Primaldo Coco), e abbandonata nel 1842.

Oggi tutta la zona è stata ormai raggiunta dalle grandi costruzioni moderne che, durante l’estate, fanno riversare migliaia di bagnanti su questo splendido tratto di mare.

Dalla pagina Facebook, Fotografando Lecce e il Salento

La Struttura

Come scrive il De Salve, di questa torre a pianta quadrata, “Tipica del Regno” permangono l’originale corpo quadrangolare scarpato (10,40 m per lato) e la finestrella, in lato mare e nei due lati costa. Ha subito molti interventi di restauro, e ormai raggiunta dalle tante costruzioni moderne, ha in parte perduto la “magia” ancora percepibile osservando foto degli inizi ‘900. Il coronamento controscarpato, definito da toro continuo sulle tre piombatoie (comprese) per ogni lato e il parapetto al terrazzo di copertura, sono stati quasi completamente ricostruiti. La consistente garitta d’origine è stata notevolmente ridotta.

All’accesso il lato-monte (aperto successivamente nello spessore del basamento, sotto l’originale porta levatoia parzialmente murata) è stato aggiunto un nuovo accesso in lato costa-nord. In passato, quasi certamente “un apertura in breccia verso mare permetteva un’uscita oggi occlusa dal livello del piazzale” come scrive Vittorio Faglia. La torre è composta da due piani comunicanti tramite una scala a muro.

Foto di Giuseppe Palumbo.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/sxR3EfFvMoB331nw6

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.

Leopizzi, T. (1984). Le torri costiere intorno a Gallipoli. Sito Web.