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Torre San Giovanni La Pedata

Nel Comune di Gallipoli, in località Lido San Giovanni, si erge l’omonima torre a pochi metri dal mare, ad un’altitudine di 4 metri. Oggi è utilizzata come stazione di biologia marina.

Torre S. Giovanni della Pedata comunicava visivamente a nord con le fortificaizoni di Gallipoli e a sud con Torre Pizzo. A circa tre chilometri a sud di Gallipoli, si erge a pochi metri dal mare nei pressi dell’omonimo lido. Il nome San Giovanni fu certamente preso da un’antica cappellina o edicola devozionale, ma non si è stati capaci di dare una plausibile spiegazione al curioso termine “Pedata”.

La Storia

Secondo quanto afferma Onofrio Pasanisi, l’edificazione di questa torre fu decisa nel 1582, ma effettuata solo dopo il 1608 per mancanza di fondi. Dopo una serie di bandi e rinnovi di gara della Regia Camera per la costruzione di più torri, offerte e ribassi dei vari interessati, la costruzione di questa fu assegnata, con atto del 9 agosto 1582, al leccese Marco Schero che, probabilmente, non ottenendo gli anticipi di denaro pattuiti nei tempi stabiliti, la completò solo dopo il 1608. Comunque, immaginata agibile nel 1569, negli elenchi dei Vicerè, è anche mezionata in vari documenti e nella cartografia antica.

Il Mazzella, quando elenca le torri marittime di Terra d’Otranto, non fa menzione della Torre S. Giovanni della Pedata; mentre l’atlante manoscritto a colori di Mario Cartaro del 1613 e quello di Bari riportano anche la torre costiera in questione; non viene menzionata invece dall’Atlante dei Magini. Il noto documento Gallipolino descrive la sua ubicazione:
“Per parte poi della marine di scirocco (Gallipoli) tiene un’altra torre chiamata S. Giovanni della Pedata distante due miglia dalla città”; il medesimo rapporto militare ci informa ancora che il tratto di spiaggia tra la suddetta torre e la città veniva continuamente perlustrato da “Cavallari ordinari e straordinari soliti” pagati dall’Università di Gallipoli.
Giuseppe Sala, Capitano, Sopraguardia e Proprietario del Comarca di Cesaria e Marina di Gallipoli fino alla Torre di Novaglie, ci assicura che il Caporale Basso Giovanni e il compagno torriero Giuseppe Pellegrino hanno custodito detta torre per tutto l’anno 1730. Risultava in cattivo stato nel 1825 (Primaldo Coco), e abbandonata nel 1842.

Oggi tutta la zona è stata ormai raggiunta dalle grandi costruzioni moderne che, durante l’estate, fanno riversare migliaia di bagnanti su questo splendido tratto di mare.

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La Struttura

Come scrive il De Salve, di questa torre a pianta quadrata, “Tipica del Regno” permangono l’originale corpo quadrangolare scarpato (10,40 m per lato) e la finestrella, in lato mare e nei due lati costa. Ha subito molti interventi di restauro, e ormai raggiunta dalle tante costruzioni moderne, ha in parte perduto la “magia” ancora percepibile osservando foto degli inizi ‘900. Il coronamento controscarpato, definito da toro continuo sulle tre piombatoie (comprese) per ogni lato e il parapetto al terrazzo di copertura, sono stati quasi completamente ricostruiti. La consistente garitta d’origine è stata notevolmente ridotta.

All’accesso il lato-monte (aperto successivamente nello spessore del basamento, sotto l’originale porta levatoia parzialmente murata) è stato aggiunto un nuovo accesso in lato costa-nord. In passato, quasi certamente “un apertura in breccia verso mare permetteva un’uscita oggi occlusa dal livello del piazzale” come scrive Vittorio Faglia. La torre è composta da due piani comunicanti tramite una scala a muro.

Foto di Giuseppe Palumbo.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/sxR3EfFvMoB331nw6

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.

Leopizzi, T. (1984). Le torri costiere intorno a Gallipoli. Sito Web.