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Torre Minervino

Nel Comune di Santa Cesarea Terme, nella località di Villaggio Paradiso, si erge Torre Minervino a 100 metri dal mare e a un’altitudine di 60 metri. Il rudere è stato recuperato.

Da Quarta Caffè, Facebook

Sicuramente tra le torri più pittoresche, in un luogo molto suggestivo, Torre Minervino si erge alta sulla costa rocciosa, facilmente raggiungibile dalla litoranea. La posizione di Torre Minervino permetteva di osservare Torre Porto Badisco (oggi scomparsa) a nord e Torre Specchia la Guardia verso meridione. Assieme, il complesso delle tre torri garantiva una pressoché totale copertura dello spazio costiero. Da Torre Minervino, scrutando verso nord, si vedono anche Torre Sant’Emiliano e punta Palascia.

La Storia

La torre compare negli Elenchi dei Vicerè nel 1569 con il nome di “Torre del Porto Raso”. Successivamente, nella cartografia antica, compare con i nomi di “Torre del Porto Rosso”, “Torre di Porto Fondo”, e a partire dal XVIII secolo, come “Torre del Vento”. Fu indicata infine come “Torre Minervino” ed è con questo nome ad essere conosciuta tuttora.

Non si conoscono epoca e circostanze sulla sua costruizione. Si sa per certo che fu edificata nel XVI secolo, a difesa dell’entroterra dalle insidie provenienti dal mare. É così chiamata perchè fu l‘Universitas di Minervino a contribuire alle spese per la sua realizzazione.

Giovanni Cosi (1989) riporta un’interessante documento che regala uno spaccato di vita quotidiana: “Cataldo Accoto, caporale della torre di Porto Russo, cioè di Minervino, e Innocenza Calso stipulano il 25 aprile 1572, i capitoli del loro matrimonio, stando nella casa del futuro sposo, sita in Minervino nel luogo detto «La Curte delli Sciausi, o Scelsi, o Scieli”.

Cronologia:

1569: Esistente secondo l’Elenco del Vicerè.
1587: Data per crollata per via di “mala fabbrica”.
1655: Torriero Caporale Guasta Francesco Antonio.
1703: Indicata dal Pacichelli.
1730: Torriero Caporale Aprile Marco.
1777: Custodita da un torriero temporaneo.
1825: Censita in buono stato.
1842: Abbandonata perché diruta.
2009-10 ca: il rudere subisce due interventi di restauro.
Vittorio Faglia (1975), escluso ultimo rigo.

Torre Minervino come appariva prima del suo restauro.

Torre Minervino dopo il primo restauro (2009 circa), sicuramente poco gradito, tanto da essere modificato poco tempo dopo.

Come appare Torre Minervino oggi, dopo gli accurati rifacimenti.

La Struttura

La torre presenta un alto corpo scarpato troncoconico dal diamentro di circa 9 metri alla base. Presenta un modesto cordolo, nel coronamento a scarpa minore. In quest’ultimo, fragili barbacani rifatti vogliono rievocare la presenza di piombatoie controscarpate (De Salve). Vittorio Faglia, nel 1975, già dubita che essi possano essere originari.

La muratura è abbastanza irregolare e alterna pietre piccole a pietre più grandi. Particolarmente modesto lo spazio agibile all’interno della torre stessa, motivo per cui si ritiene che le sentinelle non vi alloggiassero, ma si dessero piuttosto il cambio per i turni.

Torre Minervino vista dall’alto.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/Z5VkTe31TpuJFE3P6

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.

Viaggiare in Puglia (2020). Torre Minervino. Sito Web.

365 Giorni nel Salento (2020). Torre Minervino. Sito Web.

Torre Specchia La Guardia

Nel Comune di Santa Cesarea Terme, nella località di Mastefina, si erge Torre Specchia La Guardia a 290 metri dal mare e a un’altitudine di 115 metri. Il rudere versa in stato di abbandono.

Foto di Luigi Schifano (2017).

Torre Specchia La Guardia è classificata come torre piccola rotonda della serie di Otranto. La stessa tipologia di Torre Minervino e Torre Santa Cesarea, con le quali comunicava rispettivamente a nord e a sud. É sicuramente una tra le torri più difficoltose da raggiungere. Si erge sul ciglio di un altipiano in una zona rurale, ancora incontaminata. La si intravede dal basso, percorrendo la litoranea Santa Cesarea Terme – Otranto.

La Storia

Non si hanno notizie sul periodo della sua edificazione o dell’identità dei costruttori. É menzionata in pochi documenti ma è presente in tutta la cartografia a partire dal XVII secolo. Indicata inizialmente come “Torre di Pecchia della Guardia” poi come “Torre Specchio di Guardia” infine “Specchia di Guardia”.

Cronologia:

1655: Torriero Caporale Rizzo Giulio.
1695: Torriero Caporale Sarcinella Stefano.
1727: Torriero Caporale de Falco Benedetto.
1777: Custodita dagli Invalidi (associazione).
XX secolo: rudere in stato di abbandono con piano agibile crollato.
Vittorio Faglia (1975)

La Struttura

Il rudere conserva ancora integro e ben conservato l’intero basamento scarpato della torre (diametro di 8 metri), ad eccezione di una piccola rottura in lato mare. Il piano agibile è interamente crollato in circostanze non conosciute. Sulla sua cima vi è cresciuta della vegetazione spontanea.

Giulia Fersini (2021)

Dove si trova: https://goo.gl/maps/fjurY8dHW15g4z9i8

Bibliografia:

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.

Torre Santa Cesarea

Nel Comune di Santa Cesarea Terme, nell’area della Cala dei Balcani, sorge Torre Santa Cesarea o Monte Saracino a 300 metri dal mare e a un’altitudine di 70 metri. La torre è stata restaurata ed è di propietà privata.

Dal sito Internet di Cala dei Balcani

Torre Santa Cesarea o Torre Monte Saracino è una torre rotonda piccola della serie di Otranto. Immersa nella vegetazione di una grande pineta, è ubicata su un costone roccioso della collina che sovrasta l’abitato della città termale salentina. Oggi è custodita all’interno del ristorante Cala dei Balcani. Un tempo comunicava a nord con Torre Specchia la Guardia e a sud con Torre Miggiano e con le fortificazioni di Castro.

La Storia

La Torre Santa Cesarea è indicata nella cartografia e nei documenti antichi quasi sempre come “Torre Monte Saracino” o “Saraceno“. Non si conosce con esattezza l’anno della sua costruzione ma la troviamo citata nella cartografia del XVI secolo.

Come le altre torri a pianta circolare piccole concentrate nella costa alta e scoscesa a sud di Otranto, risultano essere tra le prime costruite, probabilmente in seguito all’eccidio del 1480 per l’urgenza di difendersi dalle minacce turche. Anche la loro piccola dimensione è giustificata da fattori di urgenze ed economici.

La torre svolse la sua funzione di sentinella fino al XVIII Secolo, fu poi acquistata da un esponente della ricca famiglia dei Ciullo. A riguardo, Massimo Ciullo (2016) riporta una dichiarazione resa dinanzi al notaio Panico nel 1721 dalla quale si apprende “che Giulio Cesare Ciullo di questo Casale di Vitigliano l’anni passati e propriamente nel principio di decembre dell’anno millesettecentodiecennove comprò dalla Reg.a Corte la torre marittima detta di Montesaraceno in Castro, per la quale compra spese, e rimese in Napoli ducati novanta pagati al Magnifico Dottore di Legge Carlo Panzera”.

É circondata da fitta vegetazione boschiva costituita da piante ad alto e medio fusto di pini, lecci, olivastri ed un sottobosco con essenze tipiche della macchia mediterranea la cui piantumazione risale ai primi decenni del secolo passato. Un tempo, quando la collina era brulla, la torre svettava sul panorama della città ed era visibile da qualunque posto di osservazione a riprova della sua originaria destinazione di torre di avvistamento: ne sono chiara documentazione le cartoline d’epoca e le foto panoramiche eseguite da molti turisti all’inizio del secolo ed ancora esistenti.

Gli interventi di recupero, completati nel 2013 dagli attuali proprietari, hanno consentito la salvaguardia della torre, nella sua configurazione originaria quasi completa, e dei due locali circostanti,i quali, nell’insieme, hanno ripristinato l’antico complesso architettonico, testimonianza molto rilevante per la storia di questo lembo di territorio salentino.

Foto d’epoca tratte dalla pagina Facebook: Fotografando Lecce e il Salento.

Torre Santa Cesarea prima e dopo il restauro a confronto.

La torre nel 1989 come vista da Giovanni Cosi nel suo censimento:

La Struttura

Con una base circolare di circa nove metri di diametro la torre si eleva a corpo troncoconico per un’altezza di circa 10 metri, modificata dai diversi crolli del coronamento e dei paramenti dal lato terra che l’hanno segnata nella sua configurazione originaria. Il corpo murario, costituito da pietre informi legate da una malta a base di bolo e calce con frammenti di sabbia calcarea e tegole frantumate, si erge come sentinella che occupa ancora la sua posizione nonostante gli assalti degli uomini e del tempo. É stata ricostruita una consistente porzione del piano agibile e un pezzo del coronamento. Sono visibili, in lato mare, una finestrella e, in lato monte, parte della porta levatoia, anch’essa ricostruita.

Dal sito Cala dei Balcani

Dove si trova: https://goo.gl/maps/HeGqbrtmUwFVLdTY6

Bibliografia:

Cala dei Balcani (2020). “La Torre di Santa Cesaria“. Link: https://www.caladeibalcani.it/torre/

Ciullo, M. (2016). Vitigliano: la torre e l’altare. Estratto da Rassegna Storica del Mezzogiorno, n.1. Società Storica di Terra d’Otranto.

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.