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Torre Specchia Ruggeri

Nel Comune di Melendugno, in località di Torre Specchia, si erge Torre Specchia Ruggeri a pochi metri dal mare e a 5 metri di altitudine. Il rudere è in stato di abbandono.

Fernando Venuti, Facebook (2020)

Torre Specchia Ruggeri comunicava visivamente a sud con Torre San Foca e a nord con Torre San Cataldo (oggi scomparsa). Il rudere, che ha subito molte modifiche nel tempo, domina uno splendido tratto di costa ancora incontaminato e facilmente raggiungibile dalla litoranea che conduce da San Cataldo a San Foca. Per quanto riguarda il suo nome, la presenza di “specchie” nel territorio salentino ha influenzato anche la toponomastica, tant’è che “Specchia” è appunto un toponimo che deriva dal latino spècula, termine con cui si indicava un luogo, spesso elevato, dotato di visuale privilegiata e utilizzato come osservatorio.

La Storia

La torre compare in tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo ed è indicata inizialmente come “Torre di capo dello Specchio”. Non vi sono notizie specifiche sull’identità del costruttore. Risulta già esistente nel 1569, secondo gli Elenchi dei Viceré.

Dalla documentazione riportata da Giovanni Cosi (1989), la torre fu indicata come “Torre di Specchia de Ruggero, sita nella marina detta Saso e in territorio del Casale di Vanze”. In questi registri militari inoltre, si registra la presenza di un primo corpo di guardia dal 1° dicembre 1566. Il drappello è composto da tre cavallari: Balli Calà di Acquarica di Lecce, Donato Garrofalo di Vanze e Cesare Longo. Rientrava, infatti, nella giurisdizione territoriale dell’Università di Acquarica di Lecce. Lo spagnolo Giovanni Sanchez fu il primo caporale, pagato 8 ducati a bimestre.

La torre, dopo gli importanti interventi di consolidamento del costone roccioso che la ospita, eseguiti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, periodo a cui si deve anche la costruzione del vistoso corpo a due piani aggiunto all’originaria struttura, è in discrete condizioni. Le stanze aggiuntive erano destinate inizialmente ad abitazione del custode. Successivamente è stata sede di un presidio del Corpo Forestale dello Stato sino agli anni ’70 e ’80 del Novecento. In seguito, fu abbandonata.

La Struttura

La torre presenta pianta quadrata, con le caratteristiche costruttive delle torri tipiche del Regno è però priva di caditoie. Secondo il Faglia (1978), è possibile ipotizzare che siano state abolite completamente, durante uno dei possibili restauri, perché danneggiate o crollate. Oltre al corpo aggiuntivo addossato alla torre, sono leggibili tracce di rifacimenti, dal coronamento alle finestre ad arco sui due lati costa, oltre a quelle di un’apertura in lato mare. Non è possibile vedere l’originaria porta levatoia in lato monte proprio per l’edificio aggiuntivo costruito a ridosso della torre. 

Dove si trova: https://goo.gl/maps/dFCFfg1r7Ma3aY4Q9

Bibliografia:

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.

Visit Melendugno (2020). Torre Specchia Ruggeri. Sito web.

Torre San Foca

Nel Comune di Melendugno nell’omonima località si erge torre San Foca, a 15 metri dal mare e a un’altitudine di 5 metri. La torre fu restaurata ed è oggi utilizzata dalla Capitaneria di Porto.

Fabio Protopapa (2014)

Torre San Foca comunicava visivamente con Torre Roca Vecchia a sud e con Torre Specchia Ruggeri a nord. Un tempo sorgeva isolata, oggi domina il grande porto turistico e peschereccio dell’omonima marina. Nel territorio di Melendugno, Torre San Foca è l’unica ad aver ricevuto un restauro recente, che permette una visione unitaria dell’edificio, a differenza di Torre Roca Vecchia e Torre dell’Orso, compromesse dall’erosione del vento.

La Storia

Torre San Foca, conosciuta anche come “Torre di San Fucà” o “di Capo di Sapone”, fu costruita nel 1568 dal maestro Antonio Saponaro di Lecce, come risulta dal seguente documento del 2 ottobre 1567 riportato da Giovanni Cosi (1989): 

“Il maestro Antonio Saponaro di Lecce, in virtù di lettere spedite dalla R. Camera il 9 settembre 1567 (In litterarum Curie 40 N. 207) e di mandato spedito dal Governatore provinciale il 27 dello stesso mese, il 2 ottobre 1567 riceve dal Percettore provinciale 150 ducati a buon conto per la costruzione della torre nella marina di Acquarica di Lecce, in luogo detto Sapone e della torre nella marina di Otranto in luogo detto Fiumicelli.”

“Il maestro Antonio Saponaro, l’8 giugno 1568, costituisce suo procuratore Marcello Buttazzo per la riscossione degli acconti dovutigli dalla R. Corte per la costruenda torre Santa Focà alias Sapone.” (Cosi, 1989).

Torre San Foca è indicata da tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo, è presente negli Elenchi dei Viceré già nel 1569. Fu censita in buono stato nel 1825 e risultava ancora in uso nel 1842 dalla Guardia Doganale. La torre è stata restaurata alla fine del XX secolo ed ospita oggi gli uffici della Capitaneria di Porto. Il suo restauro però è stato considerato da molti come “invasivo”, ovvero fatto con criteri discutibili, in contrasto con il metodo di restauro conservativo.

Torre San Foca prima del restauro.

La Struttura

Torre San Foca rientra nella categoria di torri tipiche del Regno. Presenta dunque una base quadrata e con corpo troncopiramidale, formata da due piani sovrapposti voltati. Il piano terra era utilizzato come cisterna, mentre il piano superiore era costituito dal vano agibile. La muratura esterna, costruita in conci regolari di tufo, è lievemente scarpata. A differenza di altre torri tipiche del Regno, manca la controscarpa alle caditoie. Queste, tre per lato, sono ricavate in spessore di muro, come nella gemella Torre dell’Orso. Il restauro ha purtroppo cancellato molte delle tracce delle origini ma ha consentito di salvare la struttura rendendola utilizzabile.

Fotografando Lecce e il Salento, Facebook

Dove si trova: https://goo.gl/maps/Ypp4nQuM8bSVhSrGA

Bibliografia:

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.

Torre Vado Info (2020). Torre San Foca. Sito Web.

Visit Melendugno (2020). Torre di San Foca. Sito Web.

Wikipedia (2020). San Foca (Melendugno). Sito Web.

Torre Sant’Andrea

Questa torre non è più esistente.

Torre Sant’Andrea caratterizzava l’omonima località nel Comune di Melendugno. Comunicava visivamente a sud con Torre Fiumicelli e a nord con Torre dell’Orso. È indicata in tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente come “Torre del porto di Sant’Andrea”. Oggi della torre non ci sono più tracce. Probabilmente fu demolita per far posto al Faro di Torre Sant’Andrea di Missipezza, che domina oggi questo incantevole e caratteristico tratto di costa, rinomato per i suoi faraglioni e le sue acque limpidissime. 

L’edificazione della torre fu assegnata a Vittorio Renzo di Lecce, come risulta da un documento del 30 ottobre 1567, che riferisce dei cento Ducati che lo stesso ricevette “per la costruzione della Torre di Sant’Andrea”. La torre fu poi completata dal concittadino Massenzio Trisolo alla morte di Renzo. Tra i diversi documenti, Giovanni Cosi (1989) trascrive anche che: “Il sindaco di Borgagne Andrea de Jacobo, il 5 giugno 1578. riceve dal sindaco di Lecce un pezzo di artiglieria, detto mezzo falconetto lungo, della portata di 3 libbre di palla, lungo 9 palmi, del peso di 4 cantare e 65 rotoli, e 100 palle di ferro, per armare la Torre.” 

Probabilmente era una torre tipica del Regno come le vicine Torre dell’Orso e Fiumicelli, risultava agibile secondo gli Elenchi dei Viceré nel 1569. Pare che fosse ancora in uso dalla Guardia Doganale nel 1842. Fu rasa al suolo pochi decenni dopo.

Dal sito Italy for Movies.

Dove si trovava: https://goo.gl/maps/xKSeV9fVcxtcTTsN8

Bibliografia:

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.