Torre Nasparo

Nel Comune di Tiggiano, a ridosso della litoranea Otranto-Leuca, si erge Torre Nasparo a 300 metri dal mare e a un’altitudine di 130 metri. Essa è diroccata nella parte superiore.

Giulia Fersini (2020)

Nel corso dei secoli ha assunto diverse denominazioni: “Torre della cala di Rizzano”, “Torre di Tiggiano”, “de Lissiano”, “Figiano”, “Lizzano”, “Naspade”, “Naspre”, “Naspere”, “Torre di Naspre”, “Torre de Naspre”, “Naspara” ed infine “Nasparo”. La torre, immersa in uno splendido paesaggio e sfiorata dalla litoranea Otranto-Leuca, comunicava visivamente con torre Palane a nord e torre Specchia Grande a sud.

La Storia

La torre di Tiggiano viene segnalata da tutte le cartografie e da molti documenti esistenti nell’Archivio di Stato di Napoli, ed è proprio da questi che si ricava la notizia della sua costruzione, avvenuta per ordine del Duca di Alcalà nel 1565; successivamente viene pure menzionata nel 1569 nell’elenco delle Torri della Regia Corte. I governanti spagnoli fecero pesare l’onere del mantenimento delle torri direttamente sulle popolazioni, tramite la riscossione di tasse, le cosiddette “impositioni”, che ciascun “fuoco” doveva pagare alla Regia Corte. Per quanto riguarda Torre Nasparo, in un libro dell’abate Pacichelli del 1877, sappiamo che si doveva pagare al Bargello ogni mese “grana due e cavalli diege”.

Da uno dei documenti citati si sa che il primo torriero della torre Nasparo, nominato nel 1583 fu il caporale spagnolo Gio. Martinez. Nel 1585 viene fatta una stima della torre da parte dei funzionari spagnoli. Nel 1595 risulta essere terriero Ludovico Ernandez, nel 1609 il caporale Gio. Garcia.

Di seguito alcuni di questi documenti riportati da Giovanni Cosi (1989):

“L’Università di Caprarica del Capo, il 13 novembre 1595 rilascia procura a Pietro Agello di Lecce ed a Francesco Antonio Vincenti di Tricase, perché la difendano nella causa che ha presso la R. Udienza contro l’Università di Lucugnano, circa il pagamento da effettuarsi ai custodi della torre detta di Naspre, sita nel territorio di Tiggiano.”

“Lupo Antonio Luca di Tiggiano, inquisito dalla Corte di Tricase, per stupro commesso in persona di Palma Garzia figlia del caporale della Torre, lo spagnolo Domenico, e di Lucrezia de Duigna, il 22 dicembre 1602 viene condannato a risarcire il danno arrecato.”

Dopo aver svolto la sua funzione di vedetta per la quale venne costruita, nel 1777, Torre Nasparo fu affidata alla custodia degli Invalidi, un’associazione assistenziale, ma la torre subì dei crolli e divenne presto inabitabile.

Attualmente la torre è di proprietà demaniale, ma concessa in gestione al Comune di Tiggiano.

Vittorio Faglia (1975)

La Struttura

Torre Nasparo si presenta oggi come un notevole rudere, si può ancora ammirare gran parte del basamento scarpato fino al cordolo e sopra di questo, un grande frammento del corpo cilindrico del piano agibile. Il rudere è stato ben recuperato e consolidato da alcuni interventi risalenti agli ultimi decenni del XX secolo.

Torre Nasparo ha una base troncoconica, il cui diametro è di 11 metri, dal cordolo in su assume una forma cilindrica. Fu costruita con pietre non squadrate e con dime verticali in conci regolari. Dal cordolo in su esistono conci regolari esterni, almeno per la parte ancora esistente. Secondo Vittorio Faglia, i conci regolari esterni nel frammento superstite più alto potrebbero essere il frutto di un vecchio restauro. Dal piano agibile si può intravedere all’interno una cisterna di circa 4 x 4 metri, con una copertura a botte e le tracce di un colatoio scavato all’interno.

Giulia Fersini (2020)

Torre Nasparo vista dall’alto.

Dove si trova: https://goo.gl/maps/3wJZMdSMKStQFfXK6

Bibliografia:

Comune di Tiggiano (2020). Comune di Tiggiano: Da visitare. Sito Web.

Cosi, G. (1989). Torri Marittime di Terra d’Otranto. Galatina: Congedo Editore.

De Salve, C. (2016). Torri Costiere. La Difesa delle Coste del Salento al Tempo di Carlo V. Galatina: Editrice Salentina.

Faglia, V. & Bruno, F. (1978). Censimento delle Torri Costiere nella Provincia di Terra d’Otranto. Roma: Istituto Italiano dei Castelli.

Ferrara, C. (2009). Le Torri Costiere della Penisola Salentina. Sentinelle di Pietra a Difesa del Territorio. Castiglione: Progeca Edizioni.

Lascia un commento